Sage Singer è una ragazza timida: nasconde il suo viso sfregiato in un incidente stradale, evita il contatto con il mondo per non soffrire e si rifugia in una relazione clandestina per non impegnarsi fino in fondo.

Fino a quando conosce Josef Weber, un vecchio insegnate e filantropo di origini tedesche, un uomo rispettato da tutti.

Fra i due nasce  un rapporto di stima ed amicizia, abbastanza forte da indurre Josef a chiedere un favore molto particolare a Sage; la ragazza rimane talmente sconvolta dalla richiesta del vecchio signore che non acconsente. Ma può anche rifiutarsi di ascoltare la confessione di un ex SS che è stato una delle guardie di Auschwitz considerando che la nonna è una sopravvissuta?

Da qui nascono molte domande a cui non è facile rispondere: come si reagisce di fronte ad una persona che ha contribuito ad uccidere milioni di persone? Si può cancellare un passato da criminale assumendo poi un comportamento irreprensibile? Si può perdonare anche se non si è la persona che ha subito il danno?

La protagonista indiscussa del libro però è Minka, la nonna di Sage che racconta con intensità tutto ciò che ha subito nel campo di concentramento,  torture fisiche e psicologiche.

Tutti abbiamo letto libri e visto film sui campi di sterminio, ma pochi sanno raccontarlo con la profondità e l’intensità che fa di Jodi Picoult una scrittrice davvero unica: con il suo stile inconfondibile che analizza la storia da tutti i punti di vista, narrandola con le voci dei personaggi coinvolti.

Sta solo alla nostra coscienza scegliere cosa è giusto per noi.

Buona lettura!

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