Siamo nel 1659 in Baviera e la cittadina di Schongau vede l’inizio di una terribile catena di omicidi che inizia con il ritrovamento nei pressi del fiume di un bambino in fin di vita. Durante gli inutili sforzi per rianimarlo, viene scoperto uno strano simbolo sulla scapola destra impresso con inchiostro viola.
Poco tempo dopo anche un altro bambino viene ritrovato in fin di vita e con lo stesso simbolo sulla scapola destra: un cerchio con alla base una croce, il simbolo che rappresenta la donna e la vita, ma anche la vita dopo la morte… I cittadini vedono in questo il segno delle streghe.
Infatti i due bambini si conoscevano ed insieme ad altri tre orfani che passavano le giornate a casa della levatrice Martha Stechlin. Gli abitanti di Schongau decidono che la colpa è della levatrice, che con pozioni e infusi pratica l’arte della stregoneria e a nulla vale il fatto che la donna abbia fatto nascere centinaia di bambini salvando anche le madri da morte certa dovuta al parto.
Martha viene quindi rinchiusa nelle carceri della cittadina, ma Jakob Kuisl, il boia, non crede alla colpevolezza della levatrice e cerca in tutti i modi il vero colpevole degli omicidi.
Nella cittadina infatti si aggira un uomo con le sembianze di un diavolo e con una mano bianca come le ossa che sparge il terrore tra la gente: è stato chiamato dalla Stechlin con qualche incantesimo per impaurire la povera gente, oppure come crede il boia è una persona in carne ed ossa che ammazza i bambini perchè hanno visto e sentito qualcosa che non dovevano? Anche la figlia del boia Magdalena è invischiata in questi riti pagani, visto che sembra prendersi tanto a cuore questi la vita della levatrice oppure anche lei sta cercando il vero colpevole per salvarla?
In un’epoca dove la religione ma anche e soprattutto la superstizione la facevano da padrone, l’autore scrive una storia ricca di avventura. Un giallo ben riuscito e con una cornice storica approfondita e con moltissimi particolari sui metodi di tortura, di guarigione e sulla vita quotidiana di commercianti, medici e levatrici. Ma la maggior attenzione viene dedicata alla vita del boia, persona che viene emarginata dalla vita dentro le mura della città e oggetto di superstizioni. Il boia è condannato ad una vita infelice anche se è, come in questa storia, una persona di gran cuore e che non si lascia impressionare dalle superstizioni della gente.
Impressionante scoprire alla fine che Oliver Pötzsch discende davvero da una lunga dinastia di boia: infatti questo era un mestiere che veniva tramandato di padre in figlio.
Buona lettura…
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