Ed eccoci arrivati al quarto capitolo della saga dedicata ai Figli della Terra.
Ayla e Giondalar lasciano i Cacciatori di Mammut per intraprendere il lungo viaggio che li porterà lungo tutto il continente europeo per raggiungere forse il luogo natio di Giondalar.
In questo interminabile viaggio i due giovani si ritrovano ad affrontare ogni tipo di condizione climatica, dal caldo afoso al freddo glaciale e non tutti i popoli che incontreranno saranno amichevoli ed ospitali. Infatti Ayla e Giondalr si ritroveranno loro malgrado ospiti di una tribù in cui il capo è una donna segnata dal dolore provocato dalle violenze subite dal suo compagno; una tribù fatta di donne spietate che rinchiudono gli uomini e li privano di qualsiasi cosa abbiano bisogno fino alla loro inevitabile morte. In questa trappola mortale finisce anche Giondalar, che verrà salvato dalla sua amata Ayla; solo insieme i due ragazzi riusciranno a sconfiggere la terribile capotribù e a riportare la pace tra le persone.
Ma alcuni gruppi invece accoglieranno i due Viaggiatori con allegria, nonostante le prime riserve date dalla vista dei due cavalli e del lupo loro inseparabili compagni di viaggio.
Ma riusciranno Ayla e Giondalar a raggiungere la terra degli Zelandoni in cui è nato il giovane?
Questo capitolo della saga l’ho trovato un pò noioso e ripetitivo, con descrizioni molto prolisse anche se molto belle dei luoghi che caratterizzavano l’Europa agli albori dell’umanità; ma anche gli incontri con i vari popoli narrati dopo un certo punto stancano il lettore perchè sempre uguali: dopo le difficoltà iniziali che Ayla incontra per farsi accettare immancabilmente compie un qualche “miracolo” che la fa diventare quasi una dea agli occhi della gente.
Questa volta devo dire che mi sono annoiata durante la lettura di questo libro, spero che il quinto capitolo porti un pò più di azione e coinvolgimento.
Buona lettura…

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